La congiuntura economica attuale è alquanto sfavorevole, ed è così da diversi anni ormai. Prima della pandemia mondiale di Covid, il mondo aveva raggiunto un generale livello di benessere. Poi da lì in poi sono successe diverse sventure che hanno avuto delle ripercussioni anche politiche e sociali, oltre che in ambito finanziario. Con la conseguenza che oggi abbiamo a che fare con un carovita costante.
I prezzi di tutto sono aumentati, spesso anche oltre l’umanamente concepibile. Dalla spesa ai carburanti, passando per gli affitti ed il costo per acquistare un veicolo anche usato. Anche i mutui non sono spesso così vantaggiosi per chi intende farne richiesta. Ma a quanto pare, il peggio deve ancora venire. C’è un grido di allarme che potrebbe riguardare l’Italia e l’Europa, in questi tempi di recessione che sembra non avere una fine definitiva.
In vista delle imminenti elezioni federali, Friedrich Merz, leader della CDU (Unione Cristiano-Democratica) in Germania, ha espresso preoccupazioni riguardanti la stabilità economica dell’Europa. Durante un’intervista per il Berlin Playbook podcast di Politico, Merz ha avvertito che il Vecchio Continente potrebbe trovarsi di fronte ad una nuova crisi finanziaria. Lui attribuisce la responsabilità di questo ipotetico, brutto avvenire all’aumento del debito sovrano in alcuni Stati membri.
Sebbene non abbia menzionato direttamente i paesi coinvolti, è chiaro che le sue parole si riferiscono a nazioni come Italia, Francia e Spagna, tra le altre. Le quali hanno registrato rapporti debito/PIL elevati. Merz ha dichiarato: “La crisi del debito sovrano è inevitabile. Non possiamo prevedere quando o come si manifesterà, ma è certo che accadrà.” Il politico tedesco ha sottolineato l’importanza per la Germania di gestire con attenzione le proprie finanze pubbliche, evitando l’irresponsabilità che ha caratterizzato le politiche di alcuni paesi.
Questa dichiarazione arriva in un contesto in cui il dibattito su una riforma del freno al debito, che limita l’indebitamento strutturale netto della Germania, è in corso. Merz ha fatto intendere che una revisione di tali norme potrebbe essere necessaria per affrontare le sfide economiche attuali, sebbene non si sia espresso direttamente in favore di cambiamenti specifici. Ad ogni modo le banche non se la passeranno bene, e con esse i correntisti.
Il leader della CDU ha ribadito la necessità di riforme strutturali, ponendo l’accento sulla crescita economica come priorità assoluta. “La questione principale è capire quale margine di manovra abbiamo per la spesa,” ha affermato. Questo approccio segna un chiaro tentativo di posizionare il suo partito in una posizione di forza rispetto ai potenziali alleati di governo, i socialdemocratici (SPD) e i Verdi. Merz ha già anticipato che, se il suo partito dovesse formare il governo, non ci sarà spazio per il ministro dell’Economia e delle politiche climatiche in carica, Robert Habeck, e le sue competenze saranno divise.
Le dichiarazioni di Merz sulla crescita economica e sulla ristrutturazione ministeriale indicano una chiara intenzione di dare priorità alla politica economica rispetto agli impegni ambientali, un punto che potrebbe generare tensioni all’interno della futura coalizione. Attualmente, la CDU è in una posizione di vantaggio nei sondaggi, con un consenso del 29%, rispetto al 16% della SPD e al 13% dei Verdi. Ed un altro tema cruciale per Merz è la politica migratoria.
Il leader cristiano-democratico ha dichiarato la sua intenzione di chiudere le frontiere per ridurre rapidamente il numero di migranti in Germania, un approccio che ha sollevato preoccupazioni legali, in particolare da parte dei Verdi. La SPD, pur avendo una tradizionale apertura verso l’immigrazione, potrebbe trovare un terreno comune con Merz, soprattutto alla luce della nuova strategia “conservativa” adottata da Olaf Scholz. Comunque quanto affermato da Merz non è che fosse una novità; i tempi sono difficili già da un pezzo e non c’è mai stato il sentore che se ne potesse venire fuori presto, checché ne dicano alcuni esponenti di governo al telegiornale. Stando così le cose, meglio risparmiare con la spesa e comprare quel che serve.
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