In che cosa consiste il cosiddetto Bonus genitori separati, che mette a disposizione una cifra importante nel caso di una compatibilità riconosciuta. Come fare per averlo.
Bonus genitori separati, di che cosa si tratta? Dopo un lungo percorso burocratico e legislativo, il suddetto Bonus per genitori separati è finalmente disponibile. Iniziativa introdotta nel 2021, questo aiuto economico ha attraversato diverse fasi di revisione e complicazioni, ma ora le famiglie interessate possono fare domanda per ricevere un supporto finanziario significativo. Il contributo, che può arrivare fino a 9.600 euro all’anno, è destinato a genitori separati, divorziati o non conviventi che, a causa degli effetti economici della pandemia, non hanno potuto ricevere l’assegno di mantenimento.
Ma le condizioni per accedere al Bonus genitori separati sono rigorose e limitano il numero di potenziali beneficiari. L’idea di un supporto economico per persone con figli e che non sono più sposati ha preso forma nel maggio 2021, sotto il governo Draghi. La misura venne concepita come risposta alle difficoltà economiche amplificate dalla pandemia, che ha colpito in modo particolare le famiglie con figli. Tale bonus, inizialmente previsto nel Decreto Sostegni, si era subito rivelato problematico. La prima versione non copriva adeguatamente le coppie di fatto e non garantiva che il contributo fosse destinato ai figli.
A fine 2021, dopo un’attenta revisione, la norma è stata riformulata nel Decreto Fiscale, ma l’implementazione ha subito un ulteriore stop a causa dell’assenza del decreto attuativo, necessario per avviare le procedure di pagamento. Questo ha portato a un lungo scambio di comunicazioni tra il Dipartimento della Famiglia e l’INPS, con l’obiettivo di definire chiaramente chi potesse beneficiare del bonus.
Finalmente, nel febbraio 2024, l’INPS ha pubblicato le istruzioni per la presentazione delle domande, dando il via all’erogazione del contributo. Per accedere al Bonus, i richiedenti devono soddisfare requisiti specifici. È necessario dimostrare uno stato di bisogno, con un reddito annuo non superiore a 8.174 euro, e convivere con figli minori o figli maggiorenni con handicap grave.
Bisogna anche avere subito una mancata o parziale corresponsione dell’assegno di mantenimento tra l’8 marzo 2020 e il 31 marzo 2022. Un altro criterio cruciale è che l’altro genitore abbia ridotto o sospeso la propria attività lavorativa per almeno 90 giorni dal marzo 2020, o abbia registrato una diminuzione del reddito di almeno il 30% rispetto ai dati del 2019.
Il valore massimo del bonus è di 800 euro al mese, erogati in un’unica soluzione. Tuttavia, il governo ha stanziato solo 10 milioni di euro per questa iniziativa, il che significa che i fondi potrebbero esaurirsi rapidamente. Pertanto, è fondamentale che i potenziali beneficiari presentino la loro domanda il prima possibile per aumentare le possibilità di ricevere il contributo. Un ulteriore aspetto da considerare è il periodo di riferimento per il bonus, che si limita agli anni della pandemia.
Questo esclude molte famiglie che, pur trovandosi in difficoltà economiche, non rientrano nelle circostanze specifiche previste dal contributo. La complessità delle verifiche riguardanti il reddito e la situazione lavorativa dell’altro genitore rappresenta un ostacolo significativo per molti. Dimostrare una perdita di reddito di almeno il 30% può risultare difficile, soprattutto se l’ex partner ha cambiato lavoro o ha una situazione fiscale poco chiara. Questo bonus può essere molto di aiuto, in un periodo di grande difficoltà economica, ed al pari di diversi altri.
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