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Il teletrasporto non è più solo fantascienza, la scoperta di Oxford ridisegna il futuro

Esperimento riuscito nei laboratori di Oxford, il teletrasporto non è più un elemento della letteratura fantascientifica ma qualcosa di effettivamente replicabile. In cosa consiste e perché questa scoperta scientifica potrebbe modificare radicalmente il nostro futuro.

Il concetto di teletrasporto viene studiato da decenni dai fisici, ma è anche legato alla letteratura e alle produzioni cinematografiche di fantascienza e nell’immaginario comune consiste nella possibilità di spostare istantaneamente un oggetto o un corpo da un punto all’altro, anche a grande distanza. In passato sono stati fatti esperimenti di questo tipo che hanno sollevato una criticità difficilmente risolvibile.

Il teletrasporto non è più solo fantascienza, la scoperta di Oxford ridisegna il futuro -digitalquantistico.it

Con la tecnologia attuale, infatti, l’unico modo per spostare un corpo da un punto all’altro è la disgregazione e riaggregazione della materia, il che avrebbe conseguenze nefaste sulla struttura cellulare dell’essere umano e di conseguenza sulla sua stessa esistenza. Qualora si riuscisse a risolvere il problema relativo alla sopravvivenza del soggetto, si solleverebbe comunque un problema etico ben riassunto dal premio Nobel John Clauser.

Lo scienziato infatti poneva un doppio interrogativo: dato che il teletrasporto richiede la distruzione dell’originale, si tratta davvero di un teletrasporto? E anche quando lo potessimo considerare tale, la copia ricreata sarebbe identica all’originale, ma saremmo davvero noi? Al problema etico si aggiunge quello fisico.

Il principio di indeterminazione di Heisemberg ci dice che è impossibile conoscere contemporaneamente la posizione e la velocità di una particella con precisione assoluta. Ciò significa che la scansione quantistica del nostro corpo non potrà mai essere fedele al 100% e che – almeno con le conoscenze e le tecnologie attuali – sarebbe impossibile ricreare in maniera perfetta la nostra struttura.

La scoperta del teletrasporto quantistico

La riuscita del teletrasporto quantistico non si avvicina nemmeno lontanamente a quella che è stata creata nell’immaginario collettivo da opere di finzione. Chiariamo subito che siamo ben distanti dalla possibilità concreta di utilizzare dei portali per spostarci istantaneamente da un punto all’altro del mondo.

La scoperta del teletrasporto quantistico  – digitalquantistico.it

Tuttavia il teletrasporto quantistico è un passo in avanti verso la conoscenza, una base su cui strutturare lo studio verso quello che è un obiettivo distante e forse irrealizzabile. La sua esistenza è stata dimostrata nel 1993, quando un gruppo di ricercatori dell’IBM ha dimostrato in maniera teorica la possibilità di trasportare istantaneamente degli stati quantici.

Questa teoria è stata dimostrata da uno studio effettuato a Calgary nel 1998, durante il quale un gruppo di ricercatori è stato capace di spostare un fotone per un metro attraverso un cavo coassiale. Un successivo passo in avanti è stato fatto nel 2002, quando all’università di Innsbruck è stato realizzato il teletrasporto di particelle senza cavi, grazie all’entaglement quantistico.

Esperimenti successivi hanno dimostrato la possibilità di trasportare particelle per lunghe distanze grazie a cavi in fibra ottica, fino a sei chilometri in altezza e persino quella di trasportare degli elettroni, ma ciò che è fondamentale per il prosieguo della ricerca è proprio il concetto di entglement quantistico.

Il successo di Oxford apre a nuove possibilità di trasferimento dati

Prima di illustrare il risultato ottenuto recentemente ad Oxford ed il perché sia importante è bene soffermarci sul concetto di entaglement quantistico. In breve si tratta della capacità di due fotoni di creare un unico stato quantico anche a grande distanza, un effetto che Einstein definì “azione spettrale a distanza”.

Il successo di Oxford apre a nuove possibilità di trasferimento dati – digitalquantistico.it

Affinché vi sia un passaggio di informazioni tra particelle che non sono collegate direttamente tra loro è necessaria la presenza di tre particelle, due delle quali devono essere intrecciate tra loro. Le osservazioni hanno infatti dimostrato che la terza particella, riceve informazioni dalla prima anche senza entrare in contatto con essa.

Sfruttando questo principio, gli scienziati di Oxford sono riusciti a dimostrare che è possibile il teletrasporto quantistico tra due computer quantistici non collegati. In pratica sono riusciti a fare funzionare come un’unica macchina due processori separati che erano in grado di scambiarsi informazioni istantaneamente senza necessità di trasporto fisico dei qubit.

Questa scoperta risolve il problema della scalabilità dei computer quantistici e apre ad una rivoluzione dell’informatica. Quando questa tecnologia sarà disponibile su larga scala, infatti, il passaggio dei dati sarà immediato ma soprattutto sarà impossibile da intercettare poiché non avverrà fisicamente e questo garantirà la sicurezza assoluta delle informazioni.

Fabio Scapellato

Sono laureato in Lingue, percorso Scienze per la comunicazione internazionale. Appassionato di giornalismo sin dal Liceo, scrivo da anni per blog, siti e testate giornalistiche e sono da diverso tempo giornalista pubblicista. Ho una passione smodata per il calcio e per gli sport in generale con preferenza per il Basket, la MotoGp, il Tennis e la Pallavolo. Amante del cinema d’autore, consumo nel tempo libero vagonate di serie tv, film, videogame e libri. Ritengo che la forma di narrazione più completa che ci sia oggi sia quella videoludica, anche se, come ogni medium giovane, deve ancora superare il preconcetto della massa.

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