Pensioni, non ci saranno più aumenti: arriva la conferma dall’Inps

Una circolare pubblicata dall’Inps ha confermato che per i prossimi mesi le pensioni non subiranno ulteriori aumenti: il motivo.

Le pensioni, da gennaio 2025, hanno subito un leggero aumento in virtù della rivalutazione basata sul tasso di inflazione accertato dall’Istat per lo scorso anno (0,8%). L’adeguamento degli assegni all’indice del costo della vita segue anche il meccanismo a scaglioni che si basa sugli importi stessi delle pensioni. Gli aumenti, dunque, non sono stati uguali per tutti i pensionati.

Nonostante fosse prevista una seconda tranche della rivalutazione, l’Inps ha confermato che per l’anno in corso i trattamenti pensionistici non subiranno ulteriori aumenti. Gli importi sono da considerarsi definitivi almeno sino a dicembre 2025.

Pensioni, nessun aumento per i prossimi mesi dell’anno: la circolare dell’Inps

La circolare numero 33 dell’Inps, con la quale sono stati ufficializzati i nuovi importi dell’Assegno Unico Universale per il 2025, ha confermato che per il 2025 le pensioni e le altre prestazioni assistenziali non subiranno ulteriori aumenti per effetto della rivalutazione.

I trattamenti pensionistici, come ormai noto, da gennaio sono stati aggiornati tenendo conto del tasso di inflazione, che l’Istat ha accertato allo 0,8% negli ultimi 12 mesi, e del meccanismo a scaglioni, introdotto quasi 30 anni fa. Questo sistema prevede tre diverse aliquote basate sugli importi delle pensioni per gli aumenti: rivalutazione al 100% del tasso di inflazione (0,8% per il 2025) per gli assegni non oltre 5 volte il minimo Inps; rivalutazione al 90% del tasso (0,72%) per le pensioni tra 4 e 5 volte il minimo; adeguamento al 75 del tasso (0,6%) per le pensioni oltre 5 volte il minimo Inps.

L’adeguamento, solitamente, avviene in due differenti fasi: la prima a gennaio, quando viene applicato il tasso provvisorio accertato per l’anno precedente, e la seconda nei mesi successivi applicando il tasso definitivo. Se il tasso definitivo accertato dall’Istat dovesse essere differente da quello provvisorio, si provvederà con un conguaglio per le pensioni nel gennaio successivo. Per il 2025, però, come confermato dall’Inps non ci sarà alcun conguaglio o ulteriore aumento: il tasso d’inflazione definitivo è pari allo 0,8%, dunque, identico a quello provvisorio. Per questa ragione, i pensionati non dovranno aspettarsi aumenti nei prossimi mesi dell’anno o eventuali conguagli a gennaio 2026 riferiti ai 12 mesi precedenti.

Ad inizio del prossimo anno, invece, come di consueto, arriverà la rivalutazione che terrà conto del tasso di inflazione rilevato dall’Istat per il 2025. A quel punto gli assegni verranno nuovamente adeguati, così come le altre prestazioni previdenziali.