I tatuaggi ormai sono stati sdoganati ed è sempre più difficile trovare persone che ne siano prive: quanto inchiostro resta nel corpo?
È sempre più difficile trovare persone che siano prive di tatuaggi sulla pelle. Si tratta, infatti, di una moda che da alcuni anni ha preso piede, non soltanto tra i giovani, ma anche per chi ha una certa età. I tatuaggi sono stati sdoganati e sono sempre più richiesti, in ogni parte del corpo. Se un tempo si facevano tatuaggi di piccole dimensioni e in zone nascoste, oggi non è più così e non si ha il timore di metterli in bella mostra.
Dopotutto, si tratta di un’arte, e per molti è l’equivalente della pittura, solo che al posto della tela si utilizza la pelle. Insomma, ognuno ha il diritto di fare ciò che vuole con il proprio corpo, l’importante è essere consapevoli di ciò che si sta facendo e di cosa si sta inserendo sotto pelle. Una recente ricerca tedesca ha individuato la percentuale di inchiostro che penetra nella pelle, rimanendo per sempre nel corpo a seguito di un tatuaggio.
Quando ci si sottopone a un tatuaggio, l’ago penetra nella pelle, distribuendo inchiostro a una profondità di circa 1,5 millimetri, raggiungendo il derma, ossia lo strato intermedio della pelle. Gran parte dell’inchiostro non viene assorbito e viene espulso- Una buona parte, però, resta nel corpo, creando appunto il disegno.
Alcuni ricercatori dell’Istituto Federale Tedesco hanno effettuato un interessante studio sui rischi dell’inchiostro intrappolato nella pelle. Che cosa è emerso? I ricercatori hanno fatto tatuare 24 volontari, usando gli inchiostri più comuni in commercio, di colore rosso e nero, arricchiti con sostanze traccianti innocue, ma in grado di essere monitorate nel corpo.
Sono stati presi campioni di urina e di sangue prima, durante e dopo il tatuaggio, e sono stati analizzati in laboratorio. Inoltre, sono stati monitorati gli inchiostri presenti nelle boccette utilizzate e quelli rimasti sugli aghi. Infine, sono stati rintracciati i metaboliti nel flusso sanguigno.
In realtà, l’inchiostro che rimane imprigionato nella pelle è in quantità decisamente minori rispetto a ciò che si credeva in precedenza. La maggior parte dell’inchiostro usato, infatti, viene espulso nel giro di pochi giorni, mano a mano che la pelle guarisce dalle ferite inferte dall’ago. Alla fine, nel corpo resta intrappolato soltanto il 20% dell’inchiostro.
Soltanto un quinto dell’inchiostro utilizzato si accumula nella pelle, mentre i pigmenti dell’inchiostro possono accumularsi nei linfonoidi, mettendo a rischio il sistema immunitario per via delle sostanze chimiche. Si tratta tuttavia di un rischio bassissimo. I ricercatori hanno determinato che le sostanze sono metabolizzate in maniera diversa quando sono iniettate rispetto a quando vengono ingerite.
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