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Telecamere ai semafori, senza questa informativa la multa può essere contestata?

Ci sono alcuni aspetti controversi legati all’impiego di telecamere ai semafori. Che cosa sta succedendo, con anche delle sentenze che hanno un grosso peso specifico riguardo alle multe.

L’installazione di telecamere ai semafori è diventata una pratica diffusa nelle nostre città per monitorare il rispetto del codice della strada. E non è che la loro presenza faccia sempre piacere, ovviamente. Ora, di recente, ha avuto luogo una da parte del pronuncia del Garante della privacy in materia di protezione dei dati personali. E quanto stabilito dallo stesso Garante ha sollevato alcuni interrogativi di certo non trascurabili che riguardano la legittimità delle multe emesse da questi dispositivi.

Telecamere ai semafori, senza questa informativa la multa può essere contestata? (digitalquantistico.it)

Soprattutto in relazione alla normativa sulla privacy. Questa situazione legata al funzionamento delle telecamere ai semafori ed al loro utilizzo in una zona alquanto grigia potrebbe avere un impatto significativo su molti automobilisti. Al punto da portare alla presa di coscienza di dovere compiere una necessaria ed approfondita riflessione.

Come funzionano le multe ai semafori?

Le telecamere ai semafori sono progettate per rilevare le infrazioni, in particolare il passaggio con il rosso. Questi dispositivi, una volta omologati, sono in grado di registrare le targhe dei veicoli inadempienti, facilitando così l’emissione di sanzioni. E c’è pure una sentenza, in aggiunta ai dubbi sollevati dal Garante della privacy, che fa si che si pensi a come fare uso delle telecamere ai semafori.

Infatti la Corte di Cassazione ha stabilito che, a differenza di altre apparecchiature di controllo come gli autovelox, non è obbligatorio segnalare la presenza delle telecamere ai semafori tramite cartelli. Inoltre, devono essere sottoposte a omologazione e taratura annuale. La questione diventa più complessa quando si considera il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR).

Come funzionano le multe ai semafori? (digitalquantistico.it)

Secondo l’articolo 35, se un trattamento di dati personali può comportare rischi elevati per i diritti delle persone, è necessaria una “valutazione d’impatto sulla protezione dei dati” (DPIA) prima di intraprendere qualsiasi azione. Questo processo implica un’analisi dettagliata di come vengono gestiti i dati, della loro necessità e della proporzionalità rispetto agli obiettivi da raggiungere.

Il ruolo del Garante della privacy

Un caso emblematico riguarda il Comune di Portici, in provincia di Napoli. Il quale ha installato telecamere senza fornire le necessarie informazioni agli automobilisti e senza effettuare la DPIA, violando così il GDPR. Il Garante ha sottolineato che tali mancanze limitano la consapevolezza degli automobilisti riguardo ai trattamenti dei loro dati personali, compromettendo il loro diritto alla privacy. Il Comune ha tentato di difendersi affermando che le telecamere non comportano una sorveglianza sistematica.

Ma il Garante ha ribadito che l’installazione di questi dispositivi rientra nella definizione di monitoraggio su larga scala, dato che possono catturare immagini di un numero significativo di veicoli e persone in spazi pubblici. Le recenti decisioni del Garante introducono importanti conseguenze per gli automobilisti. Innanzitutto, i Comuni devono garantire maggiore trasparenza riguardo alla presenza delle telecamere, informando gli utenti su come vengono trattati i loro dati e quali diritti possiedono.

Il ruolo del Garante della privacy (digitalquantistico.it)

E devono implementare misure di sicurezza adeguate per proteggere i dati raccolti. Un altro aspetto rilevante è la possibilità di contestare le multe. Se un Comune non rispetta le normative sulla privacy, le sanzioni emesse potrebbero essere considerate illegittime. Ad esempio, se un automobilista riceve una multa per un’infrazione e nota l’assenza di informazioni sulla privacy nel verbale, ha il diritto di richiedere chiarimenti al Comune o persino di presentare un reclamo al Garante. E sono guai pure con l’autovelox, dopo l’introduzione delle nuove e più dure norme.

Salvatore Lavino

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